I modelli ad orientamento psicodinamico non analitico

Una terza parte della ricerca sul rapporto tra variabili psicologiche e cancro ha abbandonato l’ orientamento psicodinamico ed ha preso una strada diretta a valutare più concretamente l’effettiva esistenza di un modello o costellazione di personalità che possa essere messo in relazione con l’ insorgenza della malattia neoplastica

La personalità tipo C.

Vari studi in diversi paesi e di diversi autori (Morris 1980; Temoshok e Heller 1983; Temoshok, 1987) solo per citarne alcuni hanno mostrato l’ emergere, ora più netto ora più sfumato, di alcune caratteristiche di personalità ricorrenti, superando così i precedenti apporti volti, per lo più ad indicare un insieme di tratti non chiaramente correlati tra di loro hanno elaborato un modello di personalità definito di tipo C o Cancer-prone personality.

Il tipo C è caratterizzato da un insieme specifico di atteggiamenti (accondiscendenza, conformismo, passività, scarsa assertività) di tratti emozionali ( scarsa espressione della rabbia,)di reazione psicobiologica allo stress (iperattivazione dei sistemi neurovegetativi).locus of control esterno (Phares 1957)

Questa elaborazione si configura per molti aspetti come polo opposto di quella del tipo A o Coronary-prone personality elaborato da Friedman e Rosenman (1959), caratterizzato da aggressività, competitività, scarsa capacita di controllo delle reazioni emotive, ambizione, e un senso cronico di urgenza del tempo.

Comunque l’elemento che sembra discriminare nella maniera più precisa i due tipi di personalità ,queste due diverse “costellazioni” sembra essere il grado di controllo emozionale

In effetti il controllo delle reazioni emotive varierebbe da un grado estremo di inibizione, tipico dei soggetti con personalità di tipo C i quali reprimono le loro emozioni, ad uno di espressione aperta ed incontrollata, caratteristica degli individui con personalità di tipo A.

L’orientamento comportamentista.

I lavori di orientamento comportamentista che si sono occupati del problema del cancro hanno rivolto la loro attenzione prevalentemente agli aspetti psicoterapeutici piuttosto che allo studio delle cause e dei fattori di personalità predisponenti all’insorgenza della malattia.

Bandura (1977a) è uno dei pochi autori comportamentisti che si è preoccupato di fornire uno schema teorico che permetta di mettere in relazione l’insorgenza delle malattie con determinati aspetti della personalità. Egli infatti sostiene che l’assenza di controllo e la scarsa percezione di efficienza, ossia la mancanza di schemi cognitivo-comportamentali appropriati a particolari situazioni, favoriscono lo sviluppo della malattia attraverso modelli di pensiero, azioni ed attivazioni emotive.

I modelli familiari

Uno tra i più interessanti lavori che hanno tenuto conto del contesto familiare all’interno del quale ascrivere la figura del malato di cancro, è senza dubbio quello svolto da Thomas e coll. (1979)

In questa ricerca a lungo termine, svolta nell’ arco di venti anni, gli autori hanno analizzato i modelli di relazione familiare rilevati durante la giovinezza in un gruppo di studenti universitari inizialmente sani. L’obbiettivo di tale contributo era quello di confrontare alcuni modelli di relazione familiare con il futuro sviluppo del tumore.

In sintesi si può affermare che i soggetti con tumore percepirebbero (similmente ma in misura superiore ai soggetti con disturbi psichiatrici) una situazione poco intima ed in generale una distanza maggiore dai loro genitori rispetto a quanto emerso nel gruppo sano ed in quelli con ipertensione essenziale e disturbi coronarici. Questo dato si è dimostrato più evidente per coloro che negli anni avrebbero sviluppato una forma grave di tumore, ma forti tendenze in questa direzione sono emerse anche nel gruppo con tumore alla pelle ed in quello con tumore benigno

L’approccio relazionale.

Il modello relazionale non propone un modello specifico per il malato di tumore ma si basa sull’elaborazione teorica formulata per i disturbi psicosomatici in generale. Il disturbo psicosomatico, in un ottica relazionale, viene interpretato nei suoi significati di comunicazione e di mantenimento di una omeostasi familiare che consente alla famiglia stessa di funzionare, seppur in modo disturbato

L'approccio costruttivista

L'approccio costruttivista considera la malattia come l'elaborazione personale dell'individuo rispetto ad una serie di eventi il cui significato non è dato, ma esiste solo se la persona lo rende tale, il processo morboso e quindi il frutto di una elaborazione personale di alcuni eventi.Per il costruttivismo la realtà non è indipendente da chi la conosce e quindi qualsiasi fenomeno, anche il cancro e un modo personale di organizzare la relazione tra mente e corpo,( un costrutto secondo la terminologia dei costrutti personali di Kelly 1955) uno dei tanti possibili.